di Carolina Sansone
Cantautore e polistrumentista, Francesco Gabbani è ritornato lo scorso febbraio, a tre anni di distanza, al Festival di Sanremo. Dopo aver già vinto la sezione nuove proposte con il brano “Amen” nel 2016, l’artista toscano si era anche aggiudicato il leoncino d’oro l’anno successivo con “Occidentali’s Karma”. Era la prima volta nella storia del Festival che si vedeva un artista vincere consecutivamente prima tra le nuove proposte e poi tra i big.
“Viceversa”, canzone in gara al 70º Festival di Sanremo, ci mostra un Gabbani più intimista ed è la title track del suo nuovo lavoro discografico, pubblicato il 14 febbraio 2020. Non è certo una casualità se il suo quarto album, che tenta di “spiegare il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore” senza la pretesa di riuscirci fino in fondo, è stato pubblicato proprio il giorno di San Valentino.
L’artista toscano ha portato sul palco dell’Ariston un brano che ha l’ambizione di fare il punto sull’amore, cercando di dare un nome ed una forma al sentimento più complesso che possa essere provato. Con la profonda leggerezza che caratterizza l’intera produzione artistica di Gabbani, “Viceversa” mette al centro una coppia di innamorati, traducendo in parole l’imprevedibile percorso dei sentimenti e descrivendo come “libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi/ anime purissime in sporchissimi difetti” le due persone coinvolte nel binomio sentimentale. Il cantautore cerca, dunque, di spiegare la complessità di quel sentimento che “di normale non ha neanche le parole” ma senza il quale l’uomo non potrebbe vivere.

Il Francesco di “Viceversa” sembra totalmente diverso dal Gabbani di “Occidentali’s Karma”, eppure è sempre lui. Il cantautore sembra, infatti, aver compiuto un percorso di maturazione che dal singolo “Amen” lo ha portato a mostrarci in “Viceversa” la sua parte più intima. Nonostante ciò, il singolo che lo ha portato alla vittoria del suo primo Festival di Sanremo continua ad essere attuale, soprattutto nella situazione che, oggi, tutto il mondo si trova a dover affrontare. Il segreto per fronteggiare tale situazione sia nelle nostre case, sia nel momento della ripartenza, sembra essere racchiuso, infatti, proprio nel ritornello di questa canzone che racconta sarcasticamente quell’atteggiamento di consapevole rassegnazione con cui si pronuncia la parola “amen”: “E allora avanti popolo, che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un amen”. Se si vogliono cambiare le cose è, dunque, necessario darsi da fare senza aspettare che qualcuno venga ad aiutarci.
Possiamo, allora, riconoscere come le canzoni di Gabbani, con il loro ritmo ballabile che entra subito in testa, si caratterizzino per un testo che conferisce loro qualcosa di più. Ed ecco che da semplici canzoni da ascoltare e canticchiare si trasformano in canzoni in grado di dirci qualcosa e di farci riflettere.
Amen Alla porta i barbari nascondi provviste spiccioli sotto la coda, sotto la coda, sotto la coda i trafficanti d'organi e le razzie dei vandali sono di moda, sono di moda, sono di moda Un visionario mistico all'università mi disse: "L'utopia ci salverà!" astemi in coma etilico per l'infelicità la messa è ormai finita figli andate in pace cala il vento nessun dissenso di nuovo tutto tace E allora avanti popolo, che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un amen (amen) dal ricco col look ascetico al povero di spirito dimentichiamo tutto con un amen, (amen), amen, amen Il portamento atletico il trattamento estetico sono di moda, sono di moda, sempre di moda ho l'abito del monaco, la barba del filosofo, muovo la coda, muovo la coda, colpo di coda Gesù si è fatto agnostico, i killer si convertono qualcuno è già in odor di santità la folla è in coda negli store dell'inutilità l'offerta è già finita amici andate in pace cala il vento nessun dissenso di nuovo tutto tace E allora avanti popolo, che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un amen (amen) dal ricco col look ascetico al povero di spirito dimentichiamo tutto con un amen (amen) amen (amen) amen (amen) amen (amen) dimentichiamo tutto con un amen (amen) amen (amen) amen (amen) dimentichiamo tutto con un amen E l'uomo si addormento e nel sogno creò il mondo lì viveva in armonia con gli uccelli del cielo ed i pesci del mare la terra spontanea donava i suoi frutti in abbondanza non vi era la guerra, la morte, la malattia, la sofferenza poi si svegliò E allora avanti popolo, che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un amen (amen) dal ricco col look ascetico al povero di spirito dimentichiamo tutto con un amen (amen) amen (amen) amen (amen) amen (amen) dimentichiamo tutto con un amen(amen) amen (amen) amen (amen) dimentichiamo tutto con un amen
Viceversa Tu non lo dici ed io non lo vedo L’amore è cieco o siamo noi di sbieco? Un battibecco nato su un letto Un diluvio universale Un giudizio sotto il tetto Up con un po’ di down Silenzio rotto per un grande sound Semplici eppure complessi Libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi Facili occasioni per difficili concetti Anime purissime in sporchissimi difetti Fragili combinazioni tra ragione ed emozioni Solitudini e condivisioni Se dovessimo spiegare in pochissime parole Il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa E detto questo che cosa ci resta Dopo una vita al centro della festa? Protagonisti e numero uno Invidiabili da tutti e indispensabili a nessuno Madre che dice del padre: “Avrei voluto solo realizzare Il mio ideale, una vita normale” Ma l’amore di normale non ha neanche le parole Parlano di pace e fanno la rivoluzione Dittatori in testa e partigiani dentro al cuore Non c’è soluzione che non sia l’accettazione Di lasciarsi abbandonati all’emozione Se dovessimo spiegare in pochissime parole Il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa È la paura dietro all’arroganza È tutto l’universo chiuso in una stanza È l’abbondanza dentro alla mancanza Ti amo e basta! È l’abitudine nella sorpresa È una vittoria poco prima dell’arresa È solamente tutto quello che ci manca e che cerchiamo per poterti dire che “ti amo!” Se dovessimo spiegare in pochissime parole Il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
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